Prodotti light: sai davvero cosa mangi?

Sappiamo davvero le differenze tra prodotti tradizionali e prodotti light? La nutrizionista Silvana Izzo risponde per noi.

A volte al supermercato ci si trova davanti a due tipi di alimenti, uno in versione tradizionale e l'altro in quella light. Ma sappiamo davvero le differenze?

Sulle confezioni vengono riportate indicazioni spesso ambigue, che non ci aiutano davvero nella scelta; in questa guida scopriamo come fa un prodotto tradizionale a essere trasformato nella versione light.

Come un cibo diventa light

Nel caso dei latticini, per creare la versione light si parte da latte scremato o parzialmente scremato; la parte grassa viene separata dal resto tramite un'operazione di centrifuga.

Nel caso di molti altri prodotti, invece, oli e grassi sono in parte o del tutto sostituiti da proteine con comportamenti simili, amido, acqua oppure fibre, per fare massa e consistenza. Non sempre, però, con un risultato soddisfacente. Nei prodotti in cui viene aggiunta una grande quantità di acqua, ci sarà quindi il bisogno di aggiungere anche molti conservanti. 

In tanti dolci che riportano la dicitura light, lo zucchero viene sostituito in parte o completamente con gli edulcoranti, come aspartame e acesulfame k. Purtroppo, però, non tutti questi ingredienti sono consigliabili all'interno di una dieta sana.

Saper leggere le etichette

Le etichette sono vincolate dalle normative europee e quindi in generale si possono considerare attendibili, ed è consigliabile saperle leggere. Per basso apporto calorico si intende 40 kcal/100 g per il cibo solido e 20 kcal/100 g per i liquidi.

Gli edulcoranti devono avere al massimo 4 kcal per cucchiaino (equivalente). Ridotto apporto calorico, invece, significa che deve essere almeno il 30% più basso rispetto al prodotto originario.

Per i grassi non ce ne devono essere più di 3 g su 100 g, con l'eccezione di 1.8 g di grassi per 100 ml di latte scremato. Quando si riporta che sono senza grassi significa che al massimo ce ne possono essere 0,5 g su 100 g o 100 ml e non si può esprimere in percentuale.

La stessa cosa vale per gli zuccheri, ma se si riporta che non ce ne sono aggiunti, vuol dire che non contiene monosaccaridi, disaccaridi e altri dolcificanti. Se l'alimento contiene per sua natura degli zuccheri, deve essere riportato in etichetta.

In generale la notazione a tasso ridotto indica il 30% in meno di zuccheri rispetto al prodotto ordinario. Per i micronutrienti è sufficiente il 10%, per il sale il 25%.

Vivere light

Per decidere se un prodotto light che hai in mano è valido, devi confrontare gli ingredienti con quelli della versione tradizionale. 

Inoltre se ci sono dei bambini bisogna evitare gli alimenti senza zuccheri aggiunti, perché al loro interno ci possono essere degli edulcoranti di altra natura, che non sempre sono compatibili con una dieta per soggetti in crescita.

Inoltre è completamente inutile prendere porzioni più grandi del cibo light perché è più leggero. Semplicemente incrementando la quantità di alimento aumentano le dosi anche quelle di componenti indesiderate.

Così si vanifica tutto il lavoro, tra l'altro spesso consumando alimenti che qualitativamente sono in media inferiori, anche dal punto di vista del sapore, rispetto a quelli originali

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